lunedì 9 gennaio 2012

Riutilizzare i fondi di caffè

Una sveglia verde tout court


Il soffice disco nerastro che rimane umido e bollente dopo il rapido passaggio dell’acqua in pressione è innanzitutto un ottimo componente per il compost destinato alle piante acidofile.
Ma c’è di più.
Dopo esserci rallegrati con il suo aroma, abbiamo energia a sufficienza per sfruttare ancora molte proprietà del caffè torrefatto, invece di gettarlo subito.
Conoscere la seconda vita dei fondi di caffè è un punto cruciale per insegnare a dare valore a ciò che siamo abituati a considerare come semplice spazzatura.
Possiamo lasciarlo in frigorifero per ventiquattro ore, catturerà gli odori indesiderati.
Oppure possiamo utilizzarlo come crema per le mani approfittando del 15% di olii vegetali di cui è costituito.
Togliere i residui di detersivo da pentole e bicchieri risulta molto più comodo se ci aiutiamo con questa sorta di invisibile panno zigrinato, fatto da un velo d’acqua e la polvere di caffè.
I fondi non smetteranno di stupirci se, usando la fantasia, li strofineremo su un tessuto che desideriamo tingere di beige.
Ci aiuteranno a mascherare i difetti di un tavolo di legno graffiato. Basterà strofinare vigorosamente la posa fino a quando il colore dei chicchi non avrà restituito il giusto tono di marrone alla superficie che vorremmo fosse ancora nuova.
Nel mondo dell’estetica il caffè è un alleato formidabile.
Possiede caratteristiche paragonabili alle più ricercate (e costose) creme per lo scrab. La sua struttura è raffinata e morbidamente abrasiva. Si lascia strofinare sulla pelle restituendole morbidezza ed un aroma blandamente tropicale.
Anche il cuoio capelluto può essere massaggiato un attimo prima del risciacquo per garantire un effetto stimolante e tonico.
Per finire, la moka che ha fatto da tramite tra noi ed i nostri amici, può servire ad allontanare ospiti indesiderati, come le formiche dalle piante del balcone.
C’è una differenza che salta subito agli occhi dopo aver visitato una zona rurale, provenendo da una metropoli: la posa del caffè, in campagna, è conservata scrupolosamente.
Riempire il sacchetto della polvere nera è una parte del rituale, ne fa parte come l’abitudine di sorseggiare da una tazza bollente tra una chiacchiera e l’altra dopo aver soffiato via il denso fumo grigio.
Ora non resta che far arrivare il messaggio della utilità sociale di questa pratica anche alla maggioranza della popolazione, quella che vive in città.
Un’idea potrebbe essere quella di stampare sulle confezioni di alluminio riciclabile al 100% che contengono il caffè torrefatto, i consigli per il corretto smaltimento dei fondi.
Più informazioni, più valore al prodotto: marketing per una nuova generazione di consumatori interessati alla sostenibilità.