venerdì 23 dicembre 2011

Il mosaico della solidarietà

Progetti per un futuro migliore

Il Centro per il servizio del volontariato Di Napoli (CSV) invita le Organizzazioni di Volontariato e le associazioni della provincia di Napoli a partecipare al bando di gara “Il Mosaico della Solidarietà”.

Per accedere ai finanziamenti è necessario essere iscritti al registro regionale del volontariato oppure al ROA, il Registro delle OdV Accreditate.

Saranno scelti i progetti che garantiranno l’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati.

Le azioni dovranno coinvolgere i destinatari degli interventi in attività volte alla valorizzazione dell’individuo e del contesto nel quale si trova immerso.

L aree di intervento nelle quali realizzare gli obiettivi riguardano gli ambiti:

* sociale

* socio – sanitario e protezione civile

* ambiente/beni comuni

Le cifre messe a disposizione sono di 9.000 euro per le associazioni che concorrano da sole e di 13.000 euro per i progetti presentati in parternariato.

Le scadenze sono previste per il 20 Aprile 2012 ed il 26 Ottobre 2012.

Si tratta di un’occasione per il rilancio del benessere collettivo.

Saranno favorite le idee che chiedano fondi per opere dirette di inclusione sociale.

La ore di formazione, intesa come ciclo di lezioni teoriche, dovranno essere presenti tra le voci contenute nel progetto, non rappresentandone l’obiettivo principale.

Sarà importante scegliere esperti esterni che mettano in pratica le loro professionalità durante gli interventi assegnati.

Le associazioni potranno avvalersi delle donazioni dei privati. Per leggere il bando e scaricare la modulistica, cliccare il sito http://www.csvnapoli.it

Saranno ammesse solo le organizzazioni che abbiano almeno sei mesi di anzianità.

Nonostante la modulistica da compilare sia piuttosto snella, un team di esperti in progettazione è a disposizione per dipanare i dubbi di chi non si muove con agilità tra gli allegati.

Basta avere in mente un’idea utile, fattibile e coerente per se stessi e la comunità.

L’Aiuola della pace

Decoro urbano e pedagogia

Passeggiando sui marciapiedi del nuovo arredo urbano di Piazza Nazionale, a Napoli, può capitare una gradevole sorpresa.

I ragazzi delle superiori hanno trasformato in un ridente giardino quella che era un’area infestata di gramigna.

A guidarli, il 13 dicembre, sono stati tecnici ed i logisti di Legambiente, guidati da Aldo Bifulco e Ciro Calabrese.

I ragazzi sono stati introdotti al giardinaggio attraverso una formazione basata sulla sicurezza.

Dopo i necessari ammonimenti, al momento di piantare erano dotati di tutti i dispositivi di sicurezza necessari.

Per molti dei ragazzi del liceo Villari e dell’Istituto Caruso è stata la prima esperienza di contatto diretto con la terra e gli strumenti per coltivarla.

Con grosse pietre è stata delimitata la serie di aiuole che compongono la scritta: sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel Mondo.

Mentre le piante venivano sfilate dai vasi nei quali erano cresciute in vivaio per essere trapiantate, gli studenti che avevano voglia di arte, hanno potuto decorare il cemento con spirali divertenti.

Chi rimane imbottigliato nel traffico prima dell’incrocio con via Poggioreale può distrarsi con un percorso multisensoriale.

La riqualificazione urbana è particolarmente apprezzabile per chi vive nei palazzi che affacciano sui giardini.

Dopo anni di cantiere aperto per la costruzione dei garage sotterranei, finalmente è possibile ammirare un corteo di alberi e fiori attraverso cui si snodano i binari dei tram.

Essendo stati coinvolti direttamente nel prendersi cura del verde urbano, questi ragazzi impareranno a rispettarlo ed a redarguire chiunque tenti di inficiare il loro lavoro.

Passandoci accanto ogni mattina per andare a scuola, potranno seguire concretamente l’alternarsi delle stagioni, operazione che spesso è resa complicata dalle lunghe ore nelle stazioni (definiti dalla moderna antropologia di Marc Augé come Non Luoghi) e dalla climatizzazione dei locali al chiuso.

Un giardino urbano come antidoto alla solitudine ed alla noia, ma anche un posto decisamente bello in cui incontrarsi prima di uscire.

I prossimi appuntamenti sono previsti a gennaio.

Stavolta saranno gli studenti del “Brunelleschi” di Afragola e dell’”Ilaria Alpi” di Scampia a darsi da fare.

mercoledì 14 dicembre 2011

Coltivare la speranza

L’agricoltura urbana parte dalle bonifiche

Pedamentina, zona a vincolo paesaggistico.

Sotto la chioma di un albero di noci ci aspetteremmo una vegetazione vicina al climax.

Ad insospettire è stata la prevalenza di piante pioniere.

I carotaggi hanno indicato la presenza di una grossa quantità di macerie.

La parola d’ordine, in questi casi, è: bonificare!

Come nel Klondyke dei cercatori d’oro, la terra viene separata dagli elementi grossolani.

La discarica sarà trasformata in un orto sinergico.

Tra qualche mese matureranno pomodori grandi come pepite.

Per ora si procede a rilento, a causa dei massi che fermano l’incunearsi della vanga tra gli orizzonti del suolo.

Inoltre è necessario fare molta attenzione per non danneggiare le radici degli alberi.

Bisogna lavorare manualmente, nessuna scavatrice meccanica può raggiungere i terrazzamenti senza l’aiuto di un elicottero.

Le palate di terra e rifiuti vengono lanciate contro una rete metallica appoggiata ad un sostegno che la mantiene diagonale al suolo.

Le maglie di metallo sono abbastanza fitte da separare gli elementi a seconda dello spessore.

Terreno fertile da un lato e rifiuti dall’altro.

Si scava per consentire alle radici di insinuarsi per almeno centocinquanta centimetri in una matrice morbida.

Ogni giorno un metro quadrato di terreno torna ad essere arabile.

I primi frutti del lavoro sono grossi sacchi di immondizia differenziata.

Da un lato vetro, plastica, alluminio, ed indifferenziata, dall’altro i cocci di mattonelle dipinte a mano da inviare agli artisti.

Per la movimentazione di carichi di media portata, è possibile utilizzare la bicicletta che può viaggiare tranquillamente a bordo della funicolare.

Anche la fauna di insetti che popola gli interstizi è particolarmente povera di biodiversità, sarà necessario arricchire il suolo di minerali, sotterrando compost e seminando leguminose.

La terra ci chiede di rispettarla senza distinzioni di sesso, razza o professione.

Giuristi, chimici e biologi discutono dell’incommensurabile mole di risorse umane necessarie per estendere il progetto a tutto il sud Italia, mentre il Vesuvio si erge sullo sfondo e cerca di rendere misurabile l’indefinito.

-Vivi qui-, sembra dire sereno, -nel posto più inquinato d’Europa, inizia a..scavarti la “fossa”-.

Fuori di zucca

Sei triste? Vai a zappare!


La fattoria sociale fuori di zucca propone percorsi riabilitativi a persone con problemi mentali ed ex tossicodipendenti.
I volontari che ci lavorano insegnano loro a coltivare, il vero obbiettivo, però è andare a caccia di sorrisi.
Si trova ad un’ora di bicicletta dal centro di Napoli.
Occupa una piccolissima porzione di quello che era il manicomio di Aversa.
Le stanze in cui vengono svolti gli incontri sono tirate a lucido, all’esterno si susseguono file ordinate di campi policromi.
Gli asini sono abituati ad essere accarezzati durante le gioiose visite delle scuole.
Tutto intorno, come ad attutire il rumore di fondo, i campi di calcio e di atletica leggera.
Quella proposta è una terapia dolce che si basa su di una premessa apparentemente scontata: Il cittadino medio è costantemente sotto stress e fantastica di potrersi rilassare.
Molti problemi della nostra società nascono da qui.
Il battito cardiaco aumenta la sua frequenza a causa del rumore, dello lo smog e delle relazioni interpersonali aggressive fino al parosssismo
La fantasia popolare associa agli angoli di verde i momenti di quiete nei quali è possibile trovare un attimo di pace.
La storia evolutiva passa anche attraverso il piacere che hanno provato tutte le generazioni dei nostri antenati nel raccogliere e cibarsi di delle piante che offre la natura.
La formula della felicità ha di sicuro l’indipendenza alimentare tra gli addendi, ogni singolo gesto compiuto per scavare riattiva i muscoli ed i neuroni assopiti.
Per questo alla fattoria ci si occupa di andare alla ricerca di alimenti gustosi e di portare il foraggio a galline e conigli.
Esattamente come non succedeva fino al 1978, anno di pubblicazione della legge 180 del 13 maggio: La nota legge Basaglia.
La psiche in quell’epoca era stata appena sondata, le conoscenze in materia di malattia mentale erano poco approfondite, spesso addirittura infondate.
Per le diagnosi di solito ci si affidava a valutare il manifestarsi di comportamenti inconsueti o strampalati.
Chiunque non fosse giudicato identico ala massa, nei modi di fare, nelle abitudini, addirittura nei gusti sessuali, era rinchiuso tra le imponenti mura di un casermone, circondato da un nulla fatto di campagne a perdita d’occhio e sparute masserie nelle quali si coltivava la pesca di Giugliano, ormai estinta.
In questo confinamento i “malati” erano ricondotti al ragionamento a furia di scariche elettriche e anestesie chimiche, in precarie condizioni igieniche ed in assenza di supporto socio-assistenziale.
Oggi invece, grazie all’impegno di una squadra di seri professionisti del sociale, anche in uno dei comuni più inquinati della Campania c’è un centro in attivo con il bilancio dei certificati verdi..
Chi ama le erbe spontanee, e non si fa mancare il piacere di raccogliere cicoria e rucola selvatica nei prati, noterà che le caratteristiche organolettiche delle piante che crescono su questi terreni sono ben diverse da quelle delle stesse piante, raccolte in un’oasi naturale.
Il punto è esattamente questo.
Nonostante gli attacchi subiti la natura continua a fornire cibo agli uomini senza bisogno di interventi esterni, senza la necessità di essere innaffiata, se non dalla pioggia.
Anche se è stata ferita fin nelle sue viscere più intoccabili, può ancora dare la possibilità a ex tossicodipendenti o a persone che vivono la condizione del disagio psichico d vivere l’emozione di provvedere a se stessi.
Nel frattempo i veleni del suolo vengono assorbiti dalle radici ed accumulati nelle foglie, alleviando per qualche mese la sofferenza del suolo.

Decrescita Felice

Cambiare il mondo facendo lo yogurt

Il circolo per la decrescita felice di Napoli ha incontrato il filosofo Maurizio Pallante alla facoltà di ingegneria di Aversa.

Più che un raduno, è stata una festa.

Gli attivisti del movimento che in Campania fa le prove generali per imparare a vivere in un pianeta senza petrolio appartengono a decine di sigle, impegnate in tutela dell’ambiente ed a salvaguardare i diritti civili.

La logistica dell’evento è affidata in gran parte alle newsletter nelle quali si organizzano persino gli spostamenti, affidati soprattutto ai mezzi pubblici.
Le sigle delle associazini che hanno bisogno di ricorrere alle automobili per trasportare i materiali didattici, viaggiano esclusivamente a pieno carico.

Da piazza Dante parte una nutrita schiera di appassionati di consumo critico.

Arrivati a Piscinola si cambia binario e si prosegue fino ad Aversa attraversando le coloratissime stazioni della metropolitana regionale.

Il 2011 è stato un anno di intenso lavoro per il Presidente Pallante, che ha pubblicato il libro: “Meno e meglio. Decrescere per progredire”

Dopo l’excursus storico di “i cinquant’anni che sconvolsero il Mondo”, l’autore si concentra sui temi della crisi.

La ricetta per uscire dalla turbolenta situazione economica, morale ed energetica è affidata alla capacità di cambiare rotta imparando dal passato.

Il modello della crescita mostra i suoi evidenti limiti, non garantendo potere d’acquisto e benessere sociale.

Le società arcaiche vivevano in condizioni difficilissime ma erano sostenibili .

L’etimologia stessa del termine comunità, deriva dal latino “cum-munere”, ossia obbligato a partecipare, ma anche scambiare.

Non a caso, prima che fosse diffuso l’uso del danaro, il commercio era basato su tre semplici regole:

1. Obbligo di donare tempo ed oggetti,

2. Obbligo di ricevere,

3. Obbligo di restituire più di quello che ho ricevuto.

I circoli territoriali della decrescita felice sono impegnati nella diffusione di conoscenze pratiche che mirano a potenziare la capacità dei cittadini di autoprodurre i beni di cui hanno bisogno.

E’ stata fondata l’università del saper fare.

Durante i corsi viene insegnato a fare il pane, lo yogurt, a cucire.

Si cerca, insomma di far circolare di nuovo le competenze che garantivano ai nostri nonni di sapersela cavare in ogni situazione.

La logica conseguenza è una diminuzione dei rifiuti prodotti, il taglio drastico dei combustibili fossili necessari per procurarsi beni e servizi e la conseguente diminuzione del PIL.

Il Presidente dell’associazione per la decrescita ci fa osservare alcune palesi contraddizioni che sono alla base della nostra economia:

Le casalinghe non sono considerate come forza-lavoro, non incidono sul Prodotto Interno Lordo, mentre chi vende merci superflue o addirittura dannose, come gli addobbi natalizi o le mine antiuomo, viene considerato un elemento produttivo.

Tuttavia chi si occupa di portare avanti una famiglia svolge il compito più importante e delicato per garantire il benessere della società.

L’idiosincrasia nasce dal non conoscere la differenza tra i termini bene e merce: tutto quello che possiamo comprare è una merce, solo se ci serve davvero, possiamo definirla come un bene.

Al centro della politica di una nazione in crisi, secondo Pallante, deve esserci la capacità di immaginare un’economia basata su tre cerchi concentrici.

Al centro la capacità di autoprodurre a chilometro zero.

Il secondo anello rappresenta la possibilità di interagire con gli altri mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie esperienze, che può essere definito come “Capacità di interagire tramite rapporti non mercantili”.

Gli scambi mercantili saranno così solo l’ultimo pezzo del cerchio, un settore fondamentale per vivere in una società complessa nella quale è impossibile autoprodurre tutto quello di cui sentiamo la necessità.

A chi lo accusa di voler portare il mondo all’età della pietra Pallante risponde mostrando l’esempio della edilizia tedesca.

Grazie alle più avanzate tecnologie di isolamento termico In Germania le case disperdono pochissima dell’energia che viene trasformata in calore per il riscaldamento.

In media in Italia consumiamo risorse in misura venti volte maggiore per soddisfare la stessa esigenza.

Investire sull’isolamento termico significa creare milioni di posti di lavoro ed allo stesso tempo tagliare drasticamente il consumo di fonti non rinnovabili.

Paradossalmente questi investimenti riducono il prodotto interno lordo, pur garantendo un confort maggiore durante i periodi invernali.

Finita la conferenza, una fitta nebbia, aspra per l’inconfondibile tanfo di plastica data alle fiamme, ci avvolge col suo manto mortale, riportando gli astanti alla realtà.

La metropolitana è ormai fuori servizio, l’ultima corsa parte alle 22.00

I treni delle F.S. per Napoli sono sporadici e poco affollati.

La stazione è affollata di madri che aspettano di abbracciare i figli che lavorano lontano e stanno tornando per il fine settimana.

Professionisti ed immigrati stanchi cercano posto sulle panchine lasciate libere dai clochard.

La sfida per il movimento della transizione sarà quella di tradurre in un linguaggio comprensibile a tutti i suoi suggerimenti.

Lo yogurt fatto in casa è sostenibile, è una tradizione che va avanti da quando esistono i nomadi delle steppe asiatiche.

Sostenibilità significa procurare cibo, vestiti e felicità sfruttando quello che può donarci un solo pianeta.

Oggi il ritmo dell’Italia sarebbe sostenibile se di pianeti che mettono a disposizione le risorse ce ne fossero due.