mercoledì 14 dicembre 2011

Fuori di zucca

Sei triste? Vai a zappare!


La fattoria sociale fuori di zucca propone percorsi riabilitativi a persone con problemi mentali ed ex tossicodipendenti.
I volontari che ci lavorano insegnano loro a coltivare, il vero obbiettivo, però è andare a caccia di sorrisi.
Si trova ad un’ora di bicicletta dal centro di Napoli.
Occupa una piccolissima porzione di quello che era il manicomio di Aversa.
Le stanze in cui vengono svolti gli incontri sono tirate a lucido, all’esterno si susseguono file ordinate di campi policromi.
Gli asini sono abituati ad essere accarezzati durante le gioiose visite delle scuole.
Tutto intorno, come ad attutire il rumore di fondo, i campi di calcio e di atletica leggera.
Quella proposta è una terapia dolce che si basa su di una premessa apparentemente scontata: Il cittadino medio è costantemente sotto stress e fantastica di potrersi rilassare.
Molti problemi della nostra società nascono da qui.
Il battito cardiaco aumenta la sua frequenza a causa del rumore, dello lo smog e delle relazioni interpersonali aggressive fino al parosssismo
La fantasia popolare associa agli angoli di verde i momenti di quiete nei quali è possibile trovare un attimo di pace.
La storia evolutiva passa anche attraverso il piacere che hanno provato tutte le generazioni dei nostri antenati nel raccogliere e cibarsi di delle piante che offre la natura.
La formula della felicità ha di sicuro l’indipendenza alimentare tra gli addendi, ogni singolo gesto compiuto per scavare riattiva i muscoli ed i neuroni assopiti.
Per questo alla fattoria ci si occupa di andare alla ricerca di alimenti gustosi e di portare il foraggio a galline e conigli.
Esattamente come non succedeva fino al 1978, anno di pubblicazione della legge 180 del 13 maggio: La nota legge Basaglia.
La psiche in quell’epoca era stata appena sondata, le conoscenze in materia di malattia mentale erano poco approfondite, spesso addirittura infondate.
Per le diagnosi di solito ci si affidava a valutare il manifestarsi di comportamenti inconsueti o strampalati.
Chiunque non fosse giudicato identico ala massa, nei modi di fare, nelle abitudini, addirittura nei gusti sessuali, era rinchiuso tra le imponenti mura di un casermone, circondato da un nulla fatto di campagne a perdita d’occhio e sparute masserie nelle quali si coltivava la pesca di Giugliano, ormai estinta.
In questo confinamento i “malati” erano ricondotti al ragionamento a furia di scariche elettriche e anestesie chimiche, in precarie condizioni igieniche ed in assenza di supporto socio-assistenziale.
Oggi invece, grazie all’impegno di una squadra di seri professionisti del sociale, anche in uno dei comuni più inquinati della Campania c’è un centro in attivo con il bilancio dei certificati verdi..
Chi ama le erbe spontanee, e non si fa mancare il piacere di raccogliere cicoria e rucola selvatica nei prati, noterà che le caratteristiche organolettiche delle piante che crescono su questi terreni sono ben diverse da quelle delle stesse piante, raccolte in un’oasi naturale.
Il punto è esattamente questo.
Nonostante gli attacchi subiti la natura continua a fornire cibo agli uomini senza bisogno di interventi esterni, senza la necessità di essere innaffiata, se non dalla pioggia.
Anche se è stata ferita fin nelle sue viscere più intoccabili, può ancora dare la possibilità a ex tossicodipendenti o a persone che vivono la condizione del disagio psichico d vivere l’emozione di provvedere a se stessi.
Nel frattempo i veleni del suolo vengono assorbiti dalle radici ed accumulati nelle foglie, alleviando per qualche mese la sofferenza del suolo.

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