lunedì 26 marzo 2012

Vegetazione nella Penombra

Opportunità e pericoli dell’illuminazione indiretta in agricoltura


A sette minuti luce da noi, da dieci miliardi di anni, i nuclei di idrogeno si fondono in Elio.
La volta verde svetta cercando di intercettarne l’energia radiante.
Le chiome degli alberi fanno da scudo al suolo.
La luce che filtra tra i rami raggiunge la litosfera e genera una spietata caccia ai fotoni.
Nella penombra i regni delle piante e dei funghi hanno imparato dai licheni a trasformare in biochimica l’eccitazione dei quanti grazie alle molecole di clorofilla.
È questo il segreto che genera l’arsenale chimico degli organismi alti a stento come le radici di un pino.
In termini antropoentrici proprietà officinali e gusti sono la sintesi del carattere sviluppato in miliardi di anni di lotta per la conquista della vita.
Peperoncini, fragole e fagioli hanno bisogno di almeno cinque ore di esposizione alla luce diretta per crescere vigorosamente.
Altre specie si trovano comodamente in nicchie ecologiche ricavate ottimizzando pacchetti quantici considerevolmente minori.
Il prezzemolo gradisce l’ombra, se irradiato si sente quasi abbagliato e secca con facilità.
Le sue foglie dal contorno triangolare e pennatosette cercano geotropicamente la frescura.
Negli orti allestiti in penombra cresce molto bene ma è fondamentale saperlo distinguere dalla temuta Cicuta “Aethusa Cynapium”, detta anche prezzemolo degli stupidi: una pianta mortale.
Addirittura cavalli e vacche possono essere abbattuti dai suoi alcaloidi.
Si riconosce solo perché ha il fusto cavo, i rami ricoperti di macchie rosso/violacee ed un nauseabondo, inconfondibile puzzo di urina di gatto.
Saperlo può salvarci la vita.
Anche il Filodendro risulta tossico, nonostante la sua angelica parvenza dalle foglie a forma di cuore.
Di tutt’altro genere, invece, le peculiarità dello spatifillo che depura l’aria da benzene e formaldeide ed è attivo anche per ridurre le concentrazioni di toluene e xilene.
Solo i gatti lo trovano indigesto e possono rimanere intossicati.
Tra le piante officinali che vivono meglio in penombra si annoverano menta e basilico, dalle proprietà balsamiche ed espettoranti, e l’erba cipollina, con le sue doti depurative.
La più nota delle cultivar sciafile è senz’altro l’insalata, alcune sue varietà presentano, oltre alla foglia larga caratteristica della famiglia, contenuti di ficobilisomi tali da rendere le foglie rosse.
Anche cavolfiori, valeriana e spinaci possono essere coltivate in un campo che sia all’ombra per buona parte della giornata.
Grazie al diametro largo delle foglie, la luce viene captata amplificando il segnale in ingresso verso la corrente xilematica.
È lo stesso fenomeno per cui verdure come i “friarielli” rappresentano una insostituibile fonte di antiossidanti che rendono le nostre cime di rapa un must della dieta mediterranea.

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