mercoledì 8 febbraio 2012

Ceneri dei fucarazzi

Il calore del popolo rimane in famiglia


Il 17 Gennaio è il giorno che la tradizione dedica al rituale del fuoco.
Negli slarghi e nelle piazze il 17 Gennaio è il giorno delle pire.
Le carovane di ragazzi che trascinano quella che rimarrà legna ancora per poco si contano a centinaia. Ne viene ammassata abbastanza da garantire ore ed ore di fuoco ininterrotto.
Tra le fiamme vanno vecchi mobili, materiali di cantiere, gli immancabili alberi del Natale appena trascorso.
Dopo aver riscaldato i volti ed i cuori degli spettatori ammirati, le fiamme lasciano il posto ad un cumulo di cenere di almeno tre metri di diametro.
Dal 18 Gennaio in poi tutta Napoli e provincia quintali di cenere sono a disposizione di chiunque abbia voglia di impossessarsene, accumulate in grandi pseudo-rotatorie dall’dall’inconfondibile color grigio fumo.
Non è permesso distrarsi mentre ci si avvicina ad una miniera di carbonio, azoto, fosforo e chiodi.
L’uso di spessi guanti antitaglio è tassativo, le scarpe devono avere una suola molto resistente e devono muoversi lentamente tra i postumi del folklore. Guai a percorrere più di un passo ogni due secondi.
La cenere non è solo polvere.
Duecento grammi rendono fertile un metro quadrato di terreno. Possiamo mischiarlo al terriccio mentre lo rivoltiamo in inverno, spargerlo a pioggia su di un bancale, oppure creare un solco profondo un centimetro nel quale far germogliare i semi.
Se la grana della legna arsa dalla quale proviene ha una granulometria superiore al mezzo millimetro, abbiamo l’elemento più importante nella preparazione di un sapone che sgrassa, leviga ed ammorbidisce la pelle.
Anche a casa possiamo diminuire le spese imparando ad utilizzare correttamente un campione prelevato dopo lo spegnimento di quello che viene chiamato “Cippo” dal popolo.
L’igiene delle stoviglie lavate con acqua e cenere è garantita dalle stesse proprietà abrasive, attenzione a non usare la cenere sul teflon, però. La potenza sgrassante sulle superfici lisce (vetro, ceramica) è direttamente proporzionale alla velocità con la quale vedremo disperdersi sul fondo del lavandino l’antiaderente.
Spesso la legna pregiata dei pini delle foreste dei Camaldoli è stata sostituita da cumuli di truciolato smaltate o ricoperte di vernici sintetiche. Questa pratica è dannosa, illegale, e rende tossica la cenere di risulta.

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