venerdì 23 settembre 2011

Le città di transizione

Il petrolio è la principale fonte energetica nella nostra società.
Tuttavia dopo più di un secolo di sfruttamento intensivo la sua estrazione richiede investimenti sempre maggiori.
Secondo gli analisti proprio in questi anni stiamo raggiungendo il peak oil: la data che segna la maggiore velocità di estrazione, che sarà seguita dal declino delle scorte di greggio.
In risposta a questa crisi globale nel sud dell’Inghilterra sono nate le Transition Town.
Nelle città di transizione si vive facendo finta che il petrolio sia già finito!
Si tratta di un movimento partito dal basso, sviluppatosi a rete ed estesosi fino ad avere influenze sui centri di potere politico locale.
L’obbiettivo è avere abbastanza peso da trasformare le idee della transizione verso un mondo senza petrolio in leggi statali ad ispirazione ecologista.
Un giro in auto a Totnes, capofila delle transition town, colpisce profondamente per vari motivi: per chilometri le strade sono affiancate da siepi alte più di due metri e larghe altrettanto che hanno lo scopo di imprigionare i gas di scarico; di tanto in tanto, in questo muro di foglie, si aprono degli squarci che lasciano intravedere intere vallate coltivate recuperando gli antichi saperi di contadini che facevano a meno degli ausili della chimica.
Non è raro che ad attraversare la strada siano volpi bianche, indicatori di eccellenza ambientale.
Nelle strade del centro campeggiano rigogliosi alberi da frutta, simbolo dell’abitudine a consumare a chilometro zero, politica, questa, alimentata grazie ad una miriade di orti cittadini.
L’illuminazione pubblica è accessoriata con laser che catturano il movimento. Si fa luce solo se è necessario.
L’interno delle abitazioni non è da meno. Compostaggio, riciclaggio, isolamento termico ed efficienza energetica sono parole d’ordine, mentre i rimedi della nonna come l’aceto diluito in acqua calda per pulire i pavimenti sono all’ordine del giorno.
Nei supermercati le buste di plastica sono bandite, essendo state sostituite già da tempo con borse di stoffa.
Inoltre i cittadini consociano le spese, utilizzano la stessa auto per i percorsi standardizzati come quello casa-lavoro ed investono i loro capitali in banche che garantiscono investimenti a lungo termine su riqualificazione ambientale ed eco tecnologie.
Ad oggi esiste una rete di cittadine in cui l’ecosostenibilità è diventata uno stile di vita.
Il loro messaggio è: fate come noi e fate presto, il petrolio è solo energia solare trasformata milioni di anni fa dalle piante, ma ai ritmi attuali finirà.
Una delle principali attività degli abitanti di una transition town è quella di diffondere informazioni organizzando convegni, dibattiti, proiezioni pubbliche. Dare un ruolo centrale all’educazione ambientale.
Far sapere a tutti che indossando vestiti più pesanti non c’è bisogno di utilizzare troppo il riscaldamento, che fare le scale a piedi fa bene alla salute di tutti, oltre che a quella del pianeta.
Solo informando sull’impatto che azioni apparentemente innocue hanno sull’ecosistema sarà possibile consentire la vita sulla Terra a nove miliardi di persone nel 2050 senza andare incontro a disastri ambientali.
Per vivere in armonia con la natura sarà necessario chiedere agli architetti di costruire secondo le direttive della bioarchitettura, studiare i movimenti del sole durante l’arco di tutto l’anno e capire a seconda del luogo quale è la migliore esposizione al sole possibile.
Sarà necessario far crescere una generazione di ingegneri in grado di rinnovare il parco auto dell’umanità e sostituirlo con vetture che viaggino a rinnovabili.
E’ questa la strada per il taglio delle emissioni; a Totnes si stanno organizzando.
Non vogliono diritti d’autore o riconoscimenti speciali, la strada verso la transizione è open source: tutti possono partecipare, ciascuno con le proprie competenze.
Da chi viaggia su un carro trainato da cavalli insieme a tutta la sua famiglia per andare a vendere mele biologiche nel paese vicino ci arriva un vero messaggio di speranza: Si può vivere a impatto zero, fate come noi.

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