venerdì 23 settembre 2011

Lo SC€C

Nell’indimenticabile film “Miseria e Nobiltà” Totò interpreta la parte di Felice Sciosciammocca.
Una delle battute più celebri vede lui, squattrinato popolano travestito da nobile che dice: “seicentomila lire?ma chi le ha viste mai in contanti?, perché noi adoperiamo gli scec, e lui lo sa: ogni scec è così”.
Cinquanta anni dopo lo scec è una realtà. Si tratta di un buono locale, ovvero di pezzi di carta colorata simili a banconote ma prive di filigrana e di riconoscimenti ufficiali.
La premessa è quella di considerare che l’economia dovrebbe esistere solo per dare a ciascuno quello di cui ha bisogno.
L’idea è quella di creare una rete di venditori di beni e fornitori di servizi che praticano forti sconti a chi presenta queste pseudo-banconote al momento della transazione.
Nel circuito scec sono presenti rappresentanti di qualsiasi settore produttivo in grado di fornire garanzie in ambito etico ed ambientale relativamente al loro lavoro.
Attualmente ne fanno parte produttori di cibo biologico e detergenti naturali, gommisti che smaltiscono gli pneumatici seguendo le normative vigenti, massaggiatori, chiropratici, pasticcerie, librerie, barbieri e tantissime altre realtà produttive.
Chi usa lo scec condivide valori come il rispetto per l’ambiente e per l’osservanza delle normative in ambito di sicurezza sul lavoro.
L’interconnessione di queste realtà si traduce in una efficace operazione di marketing per chi vende ed in cospicui sconti per chi acquista.
Chi vuole può tenersi aggiornato sulle attività consociate e sulle iniziative dell’arcipelago scec grazie ad una mailing list che ad oggi raggiunge migliaia di iscritti.
Un’ importante conseguenza dello sviluppo della economia locale è la diminuzione dell’inquinamento dovuto ai trasporti: acquistando prodotti provenienti da aree geografiche vicine a chi acquista la merce viaggia il meno possibile, quindi per spostarla è necessario pochissimo carburante.
E’ l’economia a basso impatto ambientale,noto come commercio a kilometro zero, probabilmente una iniziativa necessaria per combattere la crisi ed il riscaldamento globale.
Tra gli utilizzatori abituali degli scec c’è chi ha avuto la costanza di annotare il risparmio accumulato in un anno e si è reso conto che la cifra messa da parte raggiunge i 1200 euro!
Forse vale la pena di fare un giro sul sito www.progettoscec.com
Il buono locale è un esempio concreto delle possibilità che offre l’assioma ”pensa globalmente agisci localmente”.
L’arcipelago scec è una struttura nazionale strutturata in entità locali indipendenti dal punto di vista economico ma unite da un solido sistema di valori
Chi utilizza lo scec da tempo ha potuto constatare personalmente che ogni commerciante che accetta moneta locale garantisce altissimi standard qualitativi a prezzi concorrenziali.
Esistono realtà in Campania che fanno parte del movimento di transizione per una crescita felice che non implichi necessariamente inquinamento: nelle fiere organizzate da queste strutture la maggioranza dei venditori presenti accetta gli scec.
Il numero di esercizi commerciali e di professionisti presso i quali è possibile spendere la moneta locale è in costante aumento, nonostante la crisi economica internazionale. Sintomo di una crescente sensibilità ambientale e della necessità di recuperare un rapporto di fiducia nei confronti delle persone che offrono beni o servizi.
Ognuno di noi quando deve spendere in un negozio o rivolgersi ad un professionista cerca nella sua rete di conoscenze pareri che possano incoraggiarlo o farlo desistere,
il filo invisibile che collega gli aderenti al circuito scec cerca di riprodurre questo classico schema mirando a generare la sinergia che solo una rete può garantire.
La locandina presente sulle vetrine che ci informa della possibilità di poter spendere scec in loco riassume una fondamentale conseguenza, cioè che molte altre persone che condividono i nostri ideali e le nostre scelte in materia ambientale spendono in quel posto, quindi ci si può fidare.

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