venerdì 23 settembre 2011

L’orto sinergico

In chiave moderna l’agricoltura sinergica deve i natali alla agricoltrice spagnola Emilia Hazelip
A partire dagli anni ’60 del 900 i suoi studi hanno cercato di dimostrare l’inutilità e la dannosità delle pratiche agricole tradizionali e moderne.
La Hazelip partì dalla semplice osservazione che quando la natura è lasciata a se stessa è in grado di produrre frutti in abbondanza senza privare il suolo di quegli elementi che lo rendono fertile.
L’aratura invece sconvolgerebbe l’equilibrio biologico che si instaura tra piante e suolo consentendo l’ingresso all’ossigeno negli strati superiori del terreno e distruggendo i batteri responsabili della formazione di humus.
Le coltivazioni tradizionali inoltre creano una diminuzione progressiva della fertilità che rende necessario l’uso di concimi perché in presenza di una sola specie vengono setacciati gli elementi a lei utili fino all’esaurimento.
L’agricoltura proposta dalla Hazelip si propone di armonizzare la crescita delle piante in un contesto di grande biodiversità; ispirandosi a qualsiasi ecosistema deve essere in grado di rendere autonomo il ciclo di elementi chimici, facendo convivere specie con caratteristiche e funzioni diverse.
I suoi principi sono: non arare, non concimare, non usare pesticidi e diserbanti, creare biodiversità, pacciamare.
Per allestire un orto sinergico la terra viene smossa con una vanga a quattro denti.Scelte le aree da destinare alla semina, vengono lasciate tra di esse dei camminamenti utilizzati dall’agricoltore per muoversi e lavorare comodamente.
In questo modo la terra che viene seminata non sarà mai calpestata, ciò consente all’humus di arricchire la fertilità del suolo anno dopo anno.
La scelta delle geometrie che danno forma all’orto è affidata ad artisti in grado di rendere il colpo d’occhio che si ha guardando il campo attraente ed armonico. Un’operazione di design che migliora l’ambiente di lavoro per il contadino ed ottimizza le interazioni tra le piante.
Al momento della semina è fondamentale utilizzare le leguminose come scheletro portante dei bancali, per assicurarsi un costante apporto di azoto e poter arricchire l’orto con qualsiasi altra specie si desideri.
Le erbe spontanee che entrano in competizione con gli ortaggi vengono strappate a mano e col progredire della strutturazione dell’equilibrio tra le specie, negli anni, diventano un problema sempre meno pressante.
Il controllo dei parassiti avviene in modo rigorosamente biologico: insieme alle cultivar vengono piantati anche i fiori così da attirare gli insetti e garantire un ecosistema equilibrato dotato anche di predatori.
In ogni metro dell’orto sono coltivate almeno tre specie diverse come se le piante fossero protette da una barriera costituita da organismi con un DNA diverso in modo da impedire ad eventuali infezioni o parassiti di propagarsi liberamente.
Per l’innaffiatura viene utilizzato il metodo a goccia: un tubo perforato che segue i bancali per tutta la loro lunghezza e che consente contemporaneamente di risparmiare acqua e di evitare la eccessiva lisciviazione dei minerali.
L’ultima fase dell’allestimento consiste nel ricoprire il terreno di paglia, tale tecnica garantisce una fertilizzazione continua del suolo tramite una copertura organica permanente ed inoltre fa diminuire l’evaporazione, ottenendo un filtro termico in grado di trattenere al suolo il calore d’inverno e l’umidità in estate.
Una volta sviluppatosi, un orto sinergico assomiglia ad una stupenda siepe ricchissima di forme e colori, uno scorcio incontaminato in grado di offrire alimenti caratterizzati da un sapore indescrivibile ed una spiccata resistenza alle malattie.
Questo tipo di coltivazione è particolarmente adatto per rinverdire zone aride o bruciate e per combattere la desertificazione, un orto sinergico può svilupparsi anche nelle condizioni più difficili.
Nato per soddisfare l’autosufficienza delle piccole comunità, potrebbe trovare spazio in futuro come elemento centrale nelle strategie globali di transizione verso un pianeta libero dall’inquinamento da sostanze chimiche di origine agricola.

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